Io sono forte, io sono ironica, io sono solare e piena di energie.
Io sono piena di risorse, io me la cavo sempre.
Io ci sarò sempre, io ci sono sempre.
Io sono finita al pronto soccorso.
Perché mentre la mente razionalizzava tutto e metteva in composti e ordinati cassettini ogni sensazione, il corpo mi ha lasciato a gambe all'aria.
C'è a chi suonano i campanelli d'allarme e a chi, come la fortunata sottoscritta,
sono i calcoli renali a ballare la macarena.
Belli pimpanti, silenti da anni... Olè si son lanciati nelle danze stendendomi.
Sarò anche forte...Ma forse no.
mercoledì, luglio 29, 2009
giovedì, luglio 23, 2009
...ma come te lo devo dire?
Mi piace proprio come sei
E anche quello che vuoi sembrare
Mi piace perché non ce la fai
E allora ti lasci andare
Mi piaci quando fai l'amore
E al buio ti sento respirare
Mi piaci quando riapri gli occhi
E dici di vedere il mare
e non è colpa del whisky.
Magari del caffè si, ma del whisky proprio no.
Perché le giornate son fatte anche di questo.
Di deliri e di desideri, di emozioni e di solitudini, di attese
e di voglia di respirare.
martedì, luglio 21, 2009
La mamma non si sceglie... si subisce.
Sto in un periodo merdoso che metà basta.
Ho lavoro fin sopra le orecchie e tutti che mi tirano per la giacchetta di qua e di là. Ognuno con esigenze importantissime che proprio non si possono demandare.
Solo le mie tocca metterle da parte, di esigenze.
Non si trova casa, non si trova aria, non si trova un piffero di nulla.
Nel mentre ho una persona a me molto cara che non sta bene e che mi preoccupa assai.
In tutto questo mia madre, mentre mi squillano 3 telefoni in ufficio, mi chiama furtiva e biascica qualcosa come se non potesse parlare e poi cade la linea.
Passo l'ora seguente a non ascoltare gli allievi che chiamano, ad avere il battito accelerato, a provare, mentre con un orecchio rispondo a una prenotazione, con l'altro a contattare mia madre...
telefono non raggiungibile
mi sale l'angoscia, già che il periodo è funesto vuoi che non diventi terrificante?
Quando la rintraccio, le chiedo che succede (e sento le pulsazioni accelerare)
Mamma:
non mi ricordo come fare le bruschette, te le facevi così buone.
Datemi un valido motivo per non fare una dadolata di madre da distribuire su croccanti fette di pane abbrustolito
Ho lavoro fin sopra le orecchie e tutti che mi tirano per la giacchetta di qua e di là. Ognuno con esigenze importantissime che proprio non si possono demandare.
Solo le mie tocca metterle da parte, di esigenze.
Non si trova casa, non si trova aria, non si trova un piffero di nulla.
Nel mentre ho una persona a me molto cara che non sta bene e che mi preoccupa assai.
In tutto questo mia madre, mentre mi squillano 3 telefoni in ufficio, mi chiama furtiva e biascica qualcosa come se non potesse parlare e poi cade la linea.
Passo l'ora seguente a non ascoltare gli allievi che chiamano, ad avere il battito accelerato, a provare, mentre con un orecchio rispondo a una prenotazione, con l'altro a contattare mia madre...
telefono non raggiungibile
mi sale l'angoscia, già che il periodo è funesto vuoi che non diventi terrificante?
Quando la rintraccio, le chiedo che succede (e sento le pulsazioni accelerare)
Mamma:
non mi ricordo come fare le bruschette, te le facevi così buone.
Datemi un valido motivo per non fare una dadolata di madre da distribuire su croccanti fette di pane abbrustolito
mercoledì, luglio 15, 2009
Iago
Lo sapevo, sapevo che sarebbe successo ed è puntualmente arrivato.
Osservo lei, che sarà dove so sul corso che io so.
E mi chiedo, gli piacerà più di me?
La troverà più interessante?
E mi scopro a parlarle come sdoppiata.
Una è sciropz ufficiale, aperta, simpatica, accogliente e interessata.
L'altra è sciropz delle tenebre, che scruta le rughe di espressione, guarda la persona che le sta di fronte e la immagina altrove sotto lo sguardo di chi sa lei.
E' l'inferno...
E io, che del mio lavoro (e soprattutto di me che lavoro) ho un rispetto enorme,
mi sento come in preda a uno sdoppiamento della personalità.
Oggi ho anche palesato al mio collega preferito (ne ho solo uno, sai lo sforzo) che non sono in vena di concessioni, per cui se c'è da cambiare l'ordine degli addendi su una certa settimana faccia pure...anzi gli ho proprio detto che se c'è margine per uno sgambetto io umoralmente gli direi di si.
Poi ci abbiamo riso...cioè io ho riso, perché so che ne sarei capace, ne avrei pure il potere e che proprio per questo non lo farei mai.
Lui non ha riso perché non sa ridere...e perché il potere non ce l'ha.
Fondamentalmente mi manca il respiro.
Osservo lei, che sarà dove so sul corso che io so.
E mi chiedo, gli piacerà più di me?
La troverà più interessante?
E mi scopro a parlarle come sdoppiata.
Una è sciropz ufficiale, aperta, simpatica, accogliente e interessata.
L'altra è sciropz delle tenebre, che scruta le rughe di espressione, guarda la persona che le sta di fronte e la immagina altrove sotto lo sguardo di chi sa lei.
E' l'inferno...
E io, che del mio lavoro (e soprattutto di me che lavoro) ho un rispetto enorme,
mi sento come in preda a uno sdoppiamento della personalità.
Oggi ho anche palesato al mio collega preferito (ne ho solo uno, sai lo sforzo) che non sono in vena di concessioni, per cui se c'è da cambiare l'ordine degli addendi su una certa settimana faccia pure...anzi gli ho proprio detto che se c'è margine per uno sgambetto io umoralmente gli direi di si.
Poi ci abbiamo riso...cioè io ho riso, perché so che ne sarei capace, ne avrei pure il potere e che proprio per questo non lo farei mai.
Lui non ha riso perché non sa ridere...e perché il potere non ce l'ha.
Fondamentalmente mi manca il respiro.
martedì, luglio 14, 2009
14 luglio...presa della Bastiglia?
Vado al bar per un cappuccino e una bella pasta dolce, che sarà pure un attentato alla linea (avercela la linea) ma ci vuole.
Ci vado perché il barista mi chiama per nome e Dio solo sa quanto questo mi faccia effetto.
Se ci penso nessuno mi chiama per nome ora...in ufficio non ho colleghi, gli amici spippolano sms, ma non è periodo, sono in ferie, sono altrove, sono distanti.
Per cui son qui come una scema al bar per sentire il mio nome.
Baratto una tazza di caffè per sentire pronunciare il mio nome, perché qualcuno chieda proprio a me cosa voglio, cosa preferisco.
E mi sento quasi di intavolare una conversazione,
col barista e la sua giovane signora.
Poi arriva una loro amica, e i saluti son "ciao sposini" "ciao sposina"
e tutto un florilegio di racconti sui rispettivi recenti e felici matrimoni: e la festa la rifarei cento volte, e ho tolto le scarpe alle 11, che bello che è stato, e tutti intorno a festeggiare...
"E tu Sciropz? Sei sposata?"
No barista, non sono sposata, anzi per essere precisi sono nel mezzo della tempesta. E no, lui comunque non mi avrebbe sposata, per cui le scarpe non le avrei tolte alle 11.
E no, non ho foto recenti che mi dipingano sorridente.
Sai barista, in fondo io non so il tuo nome...e va bene così.
Ci vado perché il barista mi chiama per nome e Dio solo sa quanto questo mi faccia effetto.
Se ci penso nessuno mi chiama per nome ora...in ufficio non ho colleghi, gli amici spippolano sms, ma non è periodo, sono in ferie, sono altrove, sono distanti.
Per cui son qui come una scema al bar per sentire il mio nome.
Baratto una tazza di caffè per sentire pronunciare il mio nome, perché qualcuno chieda proprio a me cosa voglio, cosa preferisco.
E mi sento quasi di intavolare una conversazione,
col barista e la sua giovane signora.
Poi arriva una loro amica, e i saluti son "ciao sposini" "ciao sposina"
e tutto un florilegio di racconti sui rispettivi recenti e felici matrimoni: e la festa la rifarei cento volte, e ho tolto le scarpe alle 11, che bello che è stato, e tutti intorno a festeggiare...
"E tu Sciropz? Sei sposata?"
No barista, non sono sposata, anzi per essere precisi sono nel mezzo della tempesta. E no, lui comunque non mi avrebbe sposata, per cui le scarpe non le avrei tolte alle 11.
E no, non ho foto recenti che mi dipingano sorridente.
Sai barista, in fondo io non so il tuo nome...e va bene così.
lunedì, luglio 13, 2009
no place
oggi. un giorno di luglio. prima del 15.
sento le corde vocali bruciate.
sento che urlerei e lo farei forte.
ma non c'è posto in cui io possa farlo.
no a lavoro...
lì servo sorridente, determinata, risoluta e disponibile
no con i miei...
che distanti (per un verso e per l'altro) non so caricare anche della mia sofferenza
no nel nuovo posto, che più lontano da me non poteva essere...
perché non sono sola e già faccio fatica a gestire tutto questo con chi conosco, figuriamoci con un estraneo
neanche qui...
dove altri colori e altri umori mi hanno accompagnato e coccolato...e ora no
Per strada a volte mi riesce... Di disperarmi liberamente, come qualche barbona matta che tutti scansano.
Una disperazione zingara, come speravo di non essere più io.
sento le corde vocali bruciate.
sento che urlerei e lo farei forte.
ma non c'è posto in cui io possa farlo.
no a lavoro...
lì servo sorridente, determinata, risoluta e disponibile
no con i miei...
che distanti (per un verso e per l'altro) non so caricare anche della mia sofferenza
no nel nuovo posto, che più lontano da me non poteva essere...
perché non sono sola e già faccio fatica a gestire tutto questo con chi conosco, figuriamoci con un estraneo
neanche qui...
dove altri colori e altri umori mi hanno accompagnato e coccolato...e ora no
Per strada a volte mi riesce... Di disperarmi liberamente, come qualche barbona matta che tutti scansano.
Una disperazione zingara, come speravo di non essere più io.
sabato, luglio 11, 2009
sincerità
Sarà anche un elemento imprescindibile.
Ma a volte vorrei saperlo esercitare in presa diretta.
Maledetta indole piemontese che mi fa stare zitta quando dovrei parlare, anche urlare magari.
No perché sappilo, si tu sappilo.
Quando ti ho detto come stavo, e quanta fatica ho fatto perché sono selvatica e il dolore vorrei gestirmelo leccando le ferite da sola in qualche pertugio recondito.
Ecco, quando poi mi sforzo e penso che chiedere aiuto non sia un'onta inenarrabile.
NON E' CHE DEDICATI A ME I 30 SECONDI
poi puoi chiamarmi ogni giorno e dirmi, nell'ordine:
"ah come sono disperato/a, la mia nuova fiamma che conosco da ieri, tromba in giro...e io sono qui che ci sto così male, si anche io non sono lì ad aspettare, ma sono così triste e geloso/a"
...
"e poi quell'altra fiamma che però a me non è scattato nulla perché io proprio mi son cotto/a così e cosà"
...
"e comunque, sciropz, sono così triste, si, era una storia che ho chiuso io, no non la nuova fiamma, la vecchia, e poi così...meno male che posso parlare con te, sei la mia consolazione"
...
"certo, ora non sei la persona più adatta a cui fare questi discorsi...ma condividere le sventure aiuta!"
...
condividere...appunto.
e pure in questo post mi son tenuta vaga sul senso di sgomento che mi prende...Quando penso che potevo starmene zitta e mangiarmi la mia frutta amara da sola, che per "condividere" anche la tua marcia, tanto valeva.
L'ho detto.
Così adesso spero di poter continuare a volerti bene, caro amico/a mio/a.
Ma a volte vorrei saperlo esercitare in presa diretta.
Maledetta indole piemontese che mi fa stare zitta quando dovrei parlare, anche urlare magari.
No perché sappilo, si tu sappilo.
Quando ti ho detto come stavo, e quanta fatica ho fatto perché sono selvatica e il dolore vorrei gestirmelo leccando le ferite da sola in qualche pertugio recondito.
Ecco, quando poi mi sforzo e penso che chiedere aiuto non sia un'onta inenarrabile.
NON E' CHE DEDICATI A ME I 30 SECONDI
poi puoi chiamarmi ogni giorno e dirmi, nell'ordine:
"ah come sono disperato/a, la mia nuova fiamma che conosco da ieri, tromba in giro...e io sono qui che ci sto così male, si anche io non sono lì ad aspettare, ma sono così triste e geloso/a"
...
"e poi quell'altra fiamma che però a me non è scattato nulla perché io proprio mi son cotto/a così e cosà"
...
"e comunque, sciropz, sono così triste, si, era una storia che ho chiuso io, no non la nuova fiamma, la vecchia, e poi così...meno male che posso parlare con te, sei la mia consolazione"
...
"certo, ora non sei la persona più adatta a cui fare questi discorsi...ma condividere le sventure aiuta!"
...
condividere...appunto.
e pure in questo post mi son tenuta vaga sul senso di sgomento che mi prende...Quando penso che potevo starmene zitta e mangiarmi la mia frutta amara da sola, che per "condividere" anche la tua marcia, tanto valeva.
L'ho detto.
Così adesso spero di poter continuare a volerti bene, caro amico/a mio/a.
martedì, luglio 07, 2009
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