domenica, marzo 30, 2008

Uffa...

Tarzan non si sveglia...
Ho controllato, non è morto.
Ho messo lo specchietto da borsetta davanti al nasone e si è appannato...
Dal naso peloso esce aria, quindi è vivo.

Però son le una e mezza e non cenna a svegliarsi.
vabbè che giunge da un lungo viaggio, vabbè che stanco è stanco, oggi è domenica, in verità son le 12 e mezza perchè l'ora stanotte è stata spintonata a forza in avanti...

Ho provato anche un infallibile metodo di sveglia...la parmigiana nel forno...Sto sventagliando alitate di morbide melanzane in direzione letto (potere del loft/alloggio...non ci sono porte ne pareti!)...NIENTE...

Questo è un problema....Perchè....IO MI ANNOIO!!!

Ora torno a dargli fastidio tirandogli i peli della barba....

Surcure

ovvero delle delizie e delle stranezze di Langa.
Oggi sono tornata a casa con una borsa piena di Surcure.
Non sto a far la misteriosa e vi svelo il mio prezioso bottino.
Le surcure sono il verde dei papaveri, quando ancora i papaveri non sono nati.
Sono deliziosissime erbacce pelose che lessate si usano come spinaci.
Con un piccolo effetto collaterale...sono un pochino lisergiche, per cui la notte i sogni diventano strani, contorti, pieni di creature fantastiche...
Praticamente il quarto episodio del Signore degli Anelli direttamente a casa vostra a portata di pillow.

Ma la cosa che rende fantastiche le surcure è la raccolta.
A casa degli sciroppati, cioè la mia famiglia, la raccolta avviene sempre con questa dinamica:
sciroppata: io andrei a farmi un giro a cercar surcure
la mater sciroppata: guarda che caschi, mettiti i patin* che così non ti fai male
la genitrice di tutte le sciroppate (nonna): aspetta che vengo anche io che ho già i patin.
sciroppata: nonna ma no, che hai la protesi d'anca, che non ci hai più l'età...che...nonna? nonna dove corri?

tutte e tre le oche sciroppate corrono verso la riva delle surcure
armate di coltello e di patin


il fotogramma dopo è una cordata di donne sciroppate che scortica radici su per pendii di Langa...con, nell'ordine:
io che scortico erbacce che mi parevano surcure ma mica sono!!
le due genitrici che scuotono la testa e brandendo la lama sfrugulano tutta la riva facendo volar per aria grossi e succosi cespi di surcure...
e poi rucoletta selvatica e pisacan...sembrano sciamane di altri tempi a caccia di ingredienti da pozione magica...
e io le osservo, le sento dire che io ormai son di città, che queste son cose da donne di campagna...
e le amo, perchè due minuti prima erano donne che le surcure non se le ricordavano manco più e poi è bastata la voglia della mia terra a portarle a un'epoca che non c'è più ma che ancora emoziona tutte e tre, un'epoca che sa di surcure e patin.
*i patin sono le ciabatte da casa, ovunque nel mondo tranne a casa degli sciroppati; qui i patin sono usati come scarpe antinfortunistiche, meglio degli scarponi, più efficienti degli stivali, praticamente uno strumento di lavoro.
Ortopedici, fisiatri e fisioterapisti ci studiano da generazioni per capire come sia possibile che, nonostante i pendii, le rive, le scoscese vigne, le nostre caviglie si rifiutino di slogarsi, rompersi e farci ruzzolare per aria, noi e i nostri patin.

sabato, marzo 29, 2008

Oggi Lango

Anche languo...
sono disidratata di vita, mi sono sciupata di lavoro, corrosa di bile..i capelli da ricci sono diventati cocker (si come il cane...come madonna in ray of light...insomma mosci)...e per dargli un tono sono stata pure dalla Pennoira.
Che in un impeto scultural-radical-pazz, ME LI HA SFOLTITI...
Se prima erano mosci e tristi ora sono striminziti e terrorizzati (ma anche terrorizzanti)...mi sa che li taglio corti corti e mando tutti a quel paese.

Però per farlo mi serve un po' di Langa, un po' di colline... un po' di verde.
Un bacio a quella stronza di nipotina di 3 mesi che ha sorriso a tutti tranne a Magna Sciroppata, manco un cenno...mi fissa seria e impettita.
Forse ha capito di somigliarmi e magari non è che le venga proprio da sorridere all'idea.

Fuggo dalla città...la vita l'amore e le vacche...che poi mica ci sono le vacche nelle Langhe, cioè, qualcuna ci sarà pure, ma non tante...mica possono brucare le viti? E viti si che ce ne sono tante.

Anche sbronzarmi sarebbe una bella idea... ma non insieme all'idea di viaggiare.
o viaggio o mi sbronzo...O mi sbronzo di viaggio...ecco si, mi sbronzerò di viaggio.

martedì, marzo 18, 2008

il giardino

Ci sono volte in cui parlare è difficile, impossibile.
E poi due muli mulano, mica parlano.
A volte è un muro di difesa che ti si scaglia contro con una violenza tale da far desistere...
Ma dietro senti solo "non mi far male, non farmene"
E allora?
Prendi un vaso, e poi due, e poi tre.
Ti proponi di disporli senza proferire parola.
Di dare forma concreta al tuo pensiero.
Se vorrà coglierà l'occasione, sennò, vorrà dire che abbiamo perso entrambi una buona occasione di parlare senza parole.

E senza proferire parola lui prende un vaso, e poi due, e poi tre
e li dispone, senza proferire parola.

Un giardino richiede tanta pazienza e tanto amore.