domenica, giugno 06, 2010

Repetita non iuvant

Quando arrivai a Torino il primo anno ero una studentessa universitaria appena maggiorenne.
Cercavamo casa con due amiche. Tipico affitto da studentesse.
La casa l'abbiamo cercata io, le mie amiche... e i loro genitori.

Oggi, nel mio abito migliore, sicura e indipendente, quando mi sono congedata dall'agente immobiliare ho dato un'occhiata al cliente successivo.

Erano una coppia, lei forse qualche anno in meno di me, ma non molti.
E i genitori di lei.

Ho stretto la mano all'agente bambino, ho sorriso sicura.

E ho pensato che almeno una volta in vita mia vorrei lamentarmi
che i miei mi stanno troppo addosso.

Forse, ora che sono sola, un po' di più.

Poi ho fatto il solito.

Ho chiamato un'amica in difficoltà, cercando di non passarle neanche un po' della mia amarezza, che a divider le lacrime c'è sempre tempo.
Ho sentito le persone a cui volevo dire come era la casa (non gli ho detto che fino all'angolo della piazza ho sperato di vederle sotto il portone della casa ad aspettarmi).
Ho sperato che altre mi chiamassero, senza risultato.
Ho mandato messaggi a chi "col cazzo che ti lascio passare liscio questo silenzio"... e il silenzio è restato liscissimo

Ho preso un bel gelato, ho stretto le spalle e ho pensato che, dopo tutto,
se ce l'ho fatta fino ad ora non c'è motivo di temere per il futuro.

2 commenti:

thecatisonthetable ha detto...

Ancora una volta, capisco l'amarezza e condivido a pieno il sentimento...

AD Blues ha detto...

Lascia stare le amarezze, goditi la casa nuova!

(oh, foto, mi raccomando!)

---Alex