lunedì, giugno 28, 2010

Il giardino che nessuno si ferma a guardare

Sono giorni di assoluta tristezza.
Provo con tutte le mie forze, e chi mi conosce sa che ne ho da piegare i metalli, ma non se ne va.

Resta sottile e profonda in ogni gesto, anche quelli per cacciarla via.

Il mio balcone è fiorito di inaspettata bellezza, ma per farlo vedere ho dovuto usare la tecnologia. Via cellulare, via mail, via facebook.
Non vivo sulla luna, ma quella porta in fondo al mio bellissimo balcone non l'ha varcata nessuno.

Raccolgo le foglie secche, pulisco i vasi, guardo i boccioli. Penso,
sarebbe bella una cena in questa casa.
Ma non ho più le energie.

Se dico IO ME NE FREGO
oggi
oggi fa malissimo.

Mi ricordo le risate e le cene, in cui le mani erano quattro e le nevrosi si appiattivano sul tuo petto.
Le ricordo, ma non le sento più.

Porto la bici ad aggiustare, sono una signora io, le cose me le faccio riparare.
Ma il salotto con le ruote per aria, il grasso per terra e lo sguardo stralunato di chi entrava e non capiva,

lo rivorrei oggi stesso.

Guardo poco in giro, ma a chi mi avvicina apro la porta, un pochino anche quella del cuore (anche se mi fa paura perchè lo sento ancora così fragile).

Penso, forse scioccamente: "se mi cerchi significa che mi vuoi,
qualsiasi cosa tu voglia, parte da te".

E invece sento chiudersi in fretta le porte,
perché io sono un morso sulla via delle possibilità.
C'è qualcun'altra che sarà più amica, sarà più amante, sarà meno puttana, sarà più bella, sarà più intelligente
(o spesso ho l'impressione che sarebbe meglio se lo fosse meno)
SARA' MEGLIO DI ME

E io resto sull'uscio del mio giardino che nessuno si ferma a guardare.

Sento la mancanza della pioggia, sento l'arsura farsi avanti piano piano.

Sento il silenzio intorno

e lo odio.

4 commenti:

fusis ha detto...

mi accorgevo nei momenti davvero bui (e mi capita ancora) di accorgermi di aver imparato a sopportare rassegnata la tristezza....sai, prima pensavo che la rassegnazione fosse brutta, che fosse una debolezza. Nei lunghi mesi in cui mi ha assediato, quando mi sentivo così non m i opponevo. Pensavo solo.."stringi i pugni, stringi i denti, stringi tutto quello che puoi...deve passare" E la cosa strana è che quando smettevo di oppormi abbassava un pò il volume, lasciando spazio alla luce che avevo dentro e la solitudine si traformava nel piacere di ascoltarmi. Un abbraccio

Salvietta ha detto...

rassegnazione è una brutta parola. Io la sostituirei con accettazione. Accettazione dell'altra/o, ma anche accettazione di noi stessi, perchè quello che importa, sebbene possa sembrare egoista, è volerci bene. Per cui,non sei ne piú brutta, ne meno intelligente, ne peggiore, semplicemente sei te, incappata in una relazione non 'adeguata' alle tue esigenze (anche se ora come ora pensi il contrario).

Mblue ha detto...

Grazie Fusis e Salvietta (vi seguo e mi pare che a impegni di lavoro siam messe tutte e tre sotto torchio!! :-))
Io non mi sento inadeguata.
Sento solo grande tristezza nel vedere che nessuno si ferma.
E' quella distrazione che vedo in giro a prescindere da me.
E' una distrazione che, si colpisce me, ma in realtà fa parte di questa italia (perché qui vivo quindi è inutile generalizzare) dove non ci si ferma, non si è curiosi, non si ha coraggio. Dove un giardino bellissimo (e io così mi sento) non lo guarda nessuno, se non distrattamente, se non per strappare un fiore.
Continuo a coltivarmi, ma io amo il contatto umano e tutta questa assenza, questa distrazione, mi sta inaridendo.
Tutto qui (fosse poco...)

Anonimo ha detto...

Coraggio, sono sicura che qualcuno con gli occhi capaci di guardare c'è ancora.