Sto abituandomi alla parte cinica di me.
Nel senso che non sto attaccandola a botte di anticorpi e ho deciso che va bene lo stesso. Vado bene anche cinica.
Però poi mi scopro a sentire magma dentro.
Che non ho affatto un cuore cinico.
Che a volte lo preferirei.
Sono giorni di dolce a colazione, dolce a pranzo, dolce a cena.
Sono giorni di amaro dentro.
Sono giorni in cui la bilancia è nemica.
Ieri però ho rifatto il letto, dopo un tempo infinito.
Mi sento come chi ricomincia a camminare e, onestamente, è molto faticoso.
E lo faccio senza appoggio.
Anche a questo, ormai, ci ho fatto l'abitudine.
Però ci penso spesso e penso che se faccio tutta questa fatica a far scorrere il tempo, se, senza dolore ma consapevole, non sento che c'è un gran motivo di farlo scorrere.
Ecco.
Se sento tutto questo.
Com'è che non mi arrendo?
Perché stanca son stanca. Senza dubbio.
Telefonata.
Io: ciao papà, c'è mamma?
Papà: si c'è, ma a me non hai nulla da dire?
Io: (no, purtroppo) si certo, forse vengo a trovarvi, forse vengo per cena... bla bla..
Papà: ti passo mamma
Sono quasi due mesi che non li vedo. I miei. E non li sento. I miei.
Miei?
domenica, febbraio 20, 2011
mercoledì, febbraio 02, 2011
e se...
mi fossi arresa?
Non so.
Mi pare di occuparmi solo e unicamente degli altri.
Trascuro qualsiasi cosa che sia di puro ed egoistico tornaconto personale.
E se mi fossi abituata a guardare tutto da un oblò?
E si, mi annoio un po'.
Ma mi pare che ci sia poco per cui tirarsi su le maniche e lavorarci un po'.
Io sono qui, non sto cercando nulla, non voglio nessuno.
Forse dovrei capire che, esattamente come per il lavoro, anche per l'amore occorre lavorarci duro, impegnarsi molto.
Ma mi pare che nessuno mi assuma.
E di essere una libera professionista
(per quanto la frase risulti infelice) mi sono stancata un po'.
Cupido? Ma ti sei scordato che una freccia era anche per me?
Non so.
Mi pare di occuparmi solo e unicamente degli altri.
Trascuro qualsiasi cosa che sia di puro ed egoistico tornaconto personale.
E se mi fossi abituata a guardare tutto da un oblò?
E si, mi annoio un po'.
Ma mi pare che ci sia poco per cui tirarsi su le maniche e lavorarci un po'.
Io sono qui, non sto cercando nulla, non voglio nessuno.
Forse dovrei capire che, esattamente come per il lavoro, anche per l'amore occorre lavorarci duro, impegnarsi molto.
Ma mi pare che nessuno mi assuma.
E di essere una libera professionista
(per quanto la frase risulti infelice) mi sono stancata un po'.
Cupido? Ma ti sei scordato che una freccia era anche per me?
venerdì, gennaio 21, 2011
sottovoce
(diciamolo piano)
Oggi mi sono svegliata sotto un sole meraviglioso, un cielo azzurro.
La musica che riempe la stanza.
Qualche pezzo revival, qualcosa di nuovo, qualcosa di inatteso.
Come tutte le giornate dovrebbero essere.
Ho una nuova casa in arrivo.
Un biglietto di sola andata per Londra, che dovrò decidere se convertire in una sana e breve vacanza o in un progetto senza neanche un appoggio.
Ho nuovi amici.
Ho conosciuto il nuovo amore del mio vecchio amore.
(avrei preferito fosse detestabile, ma non lo è affatto)
stanno modificando la nostra casa nella loro casa (e a questo non farò mai l'abitudine, quelle pareti nella mia testa sono nostre ed è un po' come visitare la casa dei tuoi dopo che l'hanno venduta a qualcun altro, fa troppo male)
Ho cambiato dentista e quello nuovo dovrà avere cura di me, perché lo esigo, lo pretendo, finalmente so che è umano, giusto e corretto pretendere che chi deve prendersi cura di te lo faccia. Punto.
E non è poco. Per me che di me non so prendermi cura e di me non si è mai preso cura nessuno.
Ho il cuore vuoto
e forse è proprio così che si può iniziare a riempirlo.
Ho la sensazione (ma diciamolo piano) che sono stata male a sufficienza.
Che ho spurgato tutto l'amaro,
che non dovrei aver bisogno più di stare sotto sale.
Sono una melanzana pronta per la parmigiana.
(ma diciamolo piano)
Oggi mi sono svegliata sotto un sole meraviglioso, un cielo azzurro.
La musica che riempe la stanza.
Qualche pezzo revival, qualcosa di nuovo, qualcosa di inatteso.
Come tutte le giornate dovrebbero essere.
Ho una nuova casa in arrivo.
Un biglietto di sola andata per Londra, che dovrò decidere se convertire in una sana e breve vacanza o in un progetto senza neanche un appoggio.
Ho nuovi amici.
Ho conosciuto il nuovo amore del mio vecchio amore.
(avrei preferito fosse detestabile, ma non lo è affatto)
stanno modificando la nostra casa nella loro casa (e a questo non farò mai l'abitudine, quelle pareti nella mia testa sono nostre ed è un po' come visitare la casa dei tuoi dopo che l'hanno venduta a qualcun altro, fa troppo male)
Ho cambiato dentista e quello nuovo dovrà avere cura di me, perché lo esigo, lo pretendo, finalmente so che è umano, giusto e corretto pretendere che chi deve prendersi cura di te lo faccia. Punto.
E non è poco. Per me che di me non so prendermi cura e di me non si è mai preso cura nessuno.
Ho il cuore vuoto
e forse è proprio così che si può iniziare a riempirlo.
Ho la sensazione (ma diciamolo piano) che sono stata male a sufficienza.
Che ho spurgato tutto l'amaro,
che non dovrei aver bisogno più di stare sotto sale.
Sono una melanzana pronta per la parmigiana.
(ma diciamolo piano)
martedì, gennaio 18, 2011
quando?
Quando è tempo di partire?
Quando lo è stato per voi?
Avete avuto paura?
Avete stretto una mano forte forte e vi siete lasciati condurre?
Qualcuno vi ha detto: non ti preoccupare, ci sarò io?
L'avete detto voi a qualcuno?
Io sono qui.
chiudo le mani a pugno e penso che forse dovrei saltare.
Ma penso anche che non c'è nessuno a dirmi: non ti preoccupare, ci sarò io.
e ho paura di farmi male, davvero davvero male.
Quando lo è stato per voi?
Avete avuto paura?
Avete stretto una mano forte forte e vi siete lasciati condurre?
Qualcuno vi ha detto: non ti preoccupare, ci sarò io?
L'avete detto voi a qualcuno?
Io sono qui.
chiudo le mani a pugno e penso che forse dovrei saltare.
Ma penso anche che non c'è nessuno a dirmi: non ti preoccupare, ci sarò io.
e ho paura di farmi male, davvero davvero male.
domenica, gennaio 16, 2011
:-)
c'è un "sola andata" che mi aspetta.
Era tempo.
Era troppo l'egoismo intorno.
che si spaventa appena sente il mio dolore ma che non si lesina nel caricarmi il suo
Era troppo il dolore.
L'attesa.
La speranza che fosse tutta questione di impegno.
e a impegnarsi così le energie si perdono tutte, lentamente, senza pari fatica.
era tempo.
ora c'è.
basta coltivare con pudore questo nuovo piccolo percorso.
Era tempo.
Era troppo l'egoismo intorno.
che si spaventa appena sente il mio dolore ma che non si lesina nel caricarmi il suo
Era troppo il dolore.
L'attesa.
La speranza che fosse tutta questione di impegno.
e a impegnarsi così le energie si perdono tutte, lentamente, senza pari fatica.
era tempo.
ora c'è.
basta coltivare con pudore questo nuovo piccolo percorso.
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