i vestiti, gli oggetti solo miei, i libri, i cd, persino qualche strofinaccio.
Ho messo via
i girasoli, il mio carillon, le foto, il mio tavolino verde, persino i ceci,
chissà perché.
Ho messo via e l'ho fatto come si veste un morto.
Si deve fare, sei come in trance, devi fare fare fare, le mani si muovono, i piedi le seguono, tu sei fisicamente lì ma la testa è altrove, che cerca di vedere un gesto animato in ogni cosa che tocca.
Quando ho finito ho chiuso gli occhi e li ho riaperti, ho temuto di vedere un'altra casa, una che non mi riconosceva più.
E invece era come prima, solo un po' più vuota.
Ho pensato, forse non ho vissuto mai qui...
Poi ho visto il divano e le risate per portarlo in casa che non passava da nessuna parte, la cucina, che ora è bella e piena di sole, con i cuori alati a regger su le tende e i ripiani per la "sua" pizza.
Ho visto il balcone e le piante in casa, la panchetta all'ingresso, quella che o la prendiamo o la prendiamo che io ho 2milioni di scarpe.
I pomelli sull'armadio, che neanche vi racconto come ci vengono certe idee.
Le bollo, che han visto tante colazioni al sole e ancora resistono, perché aveva ragione lui a verniciarle così.
I nostri manifesti, quelli in cui un pezzo è mio e un pezzo è suo, ma l'idea è nostra. E gli schizzi di caramello di quella malefica volta in cui la tatin decise di esplodermi in mano.
Ho visto la casa e c'era un solo modo per non esserci più, noi. Distruggerla.
Ma io a distruggere ciò che amo non son capace, mai stata.
Mi sto facendo un pò di posto
e che mi aspetto chi lo sa
che posto vuoto ce n'è stato ce n'è ce ne sarà.
Ho messo via un bel pò di cose
ma non mi spiego mai il perchè
io non riesca a metter via te
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