Il mondo è fuori
qui ora ci siamo solo io e te
...
e io come ti resisto?
venerdì, febbraio 26, 2010
mercoledì, febbraio 24, 2010
2003 settembre - 2004 marzo
Cerco di vedere i pezzi del puzzle.
Di non confondermi.
E trovo un pezzo uguale
Un pezzo che tu mi dissi: questo sono io.
Ma anche lui mi disse la stessa cosa.
Che il pezzo uguale sia io?
Vorrei sapere perché, ma, con le farfalle nello stomaco non sono mai stata così felice.
Felice di avere amore e di saperlo regalare.
E qui...ci sono io, soltanto io.
Di non confondermi.
E trovo un pezzo uguale
Un pezzo che tu mi dissi: questo sono io.
Ma anche lui mi disse la stessa cosa.
Che il pezzo uguale sia io?
Vorrei sapere perché, ma, con le farfalle nello stomaco non sono mai stata così felice.
Felice di avere amore e di saperlo regalare.
E qui...ci sono io, soltanto io.
confusioni...e traffico
Se sono l'ultima a cui hai mandato messaggi ieri sera
se sono la prima (e vista l'ora: 6am..) a cui mandi messaggi questa mattina
se nel dirti buongiorno parte una sequenza di 20 messaggi
ecco
io mi confondo
o tu sei nel traffico e non sai che fare
o devo trovare presto una spiegazione che mi rassicuri
perché mi mette in confusione pensarti nel traffico da mesi.
E la confusione mi piace e ciò non va bene per niente.
se sono la prima (e vista l'ora: 6am..) a cui mandi messaggi questa mattina
se nel dirti buongiorno parte una sequenza di 20 messaggi
ecco
io mi confondo
o tu sei nel traffico e non sai che fare
o devo trovare presto una spiegazione che mi rassicuri
perché mi mette in confusione pensarti nel traffico da mesi.
E la confusione mi piace e ciò non va bene per niente.
lunedì, febbraio 22, 2010
Punti di Svista
Lui: sono all'ingresso!
Io: Oh cielo...
gla gla gla (gargarismi con il colluttorio)
frin frun fran (afferro qualcosa che non sembri un pigiama e lo metto)
rof rof rof (sciabatto fino ad aprire la porticina in fondo in fondo al ballatoio)
e poi il sospetto...
Ma l'ingresso di cosa?
Beh, un po' scema, ciabatte comprese, mi ci son sentita.
Ovviamente, non era l'ingresso di casa mia.
Io: Oh cielo...
gla gla gla (gargarismi con il colluttorio)
frin frun fran (afferro qualcosa che non sembri un pigiama e lo metto)
rof rof rof (sciabatto fino ad aprire la porticina in fondo in fondo al ballatoio)
e poi il sospetto...
Ma l'ingresso di cosa?
Beh, un po' scema, ciabatte comprese, mi ci son sentita.
Ovviamente, non era l'ingresso di casa mia.
giovedì, febbraio 18, 2010
La stanza rossa
Il parco, la pioggia.
Passi attutiti dal nostro silenzio e dal continuo sfiorarsi di una mano,
un tocco lieve.
Ti giri con lo sguardo timido e imbarazzato, sorridi e mi dici: "che c'è?"
Lo sai che c'è e sai anche cosa non c'è.
Questa città ci ritaglia intorno un pomeriggio che non esiste
e noi avidi lo cogliamo.
Come le tue labbra e il tuo petto.
Che mi inchiodano a questo muro di una strada sconosciuta,
di una città eterna.
Basta, dici.
Ti allontani ma non abbastanza da smettere di sfiorarmi la mano.
Non dire basta, baciami ancora.
E il mondo è fuori, fuori dalla finestra, fuori ad attenderci questa sera, tra il quotidiano e il consueto.
Tutto scorre piano e lento come questo pomeriggio che non c'è.
Come la tua schiena quieta e il tuo respiro da guerriero a riposo...
Non lo dici, ma sento che questo riposo tu lo inseguivi da un po' e nonostante tutto pensi ancora di non meritarlo.
Ma chi può decidere cosa meritiamo se non noi?
Lo penso mentre accarezzo la tua testa morbida e seguo le linee del tuo viso farsi dolci e bambine tra le mie dita.
Ora io e te.
Il resto è fuori, il resto è poi.
Passi attutiti dal nostro silenzio e dal continuo sfiorarsi di una mano,
un tocco lieve.
Ti giri con lo sguardo timido e imbarazzato, sorridi e mi dici: "che c'è?"
Lo sai che c'è e sai anche cosa non c'è.
Questa città ci ritaglia intorno un pomeriggio che non esiste
e noi avidi lo cogliamo.
Come le tue labbra e il tuo petto.
Che mi inchiodano a questo muro di una strada sconosciuta,
di una città eterna.
Basta, dici.
Ti allontani ma non abbastanza da smettere di sfiorarmi la mano.
Non dire basta, baciami ancora.
E il mondo è fuori, fuori dalla finestra, fuori ad attenderci questa sera, tra il quotidiano e il consueto.
Tutto scorre piano e lento come questo pomeriggio che non c'è.
Come la tua schiena quieta e il tuo respiro da guerriero a riposo...
Non lo dici, ma sento che questo riposo tu lo inseguivi da un po' e nonostante tutto pensi ancora di non meritarlo.
Ma chi può decidere cosa meritiamo se non noi?
Lo penso mentre accarezzo la tua testa morbida e seguo le linee del tuo viso farsi dolci e bambine tra le mie dita.
Ora io e te.
Il resto è fuori, il resto è poi.
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