Che una pensa: "Ok, un intero week end di svacco e riposo.
Magari anche sesso (si, ragazzi, direi che ci vuole anche quello)"
e no, mia cara... NO NO NO :-)
Che venerdì suona il citofono in ufficio e apri la porta.
Ciao sono il tuo amico di Londra, ora sono in Italia
(direi che questo lo avevo capito aprendo la porta)
mi ospiti?
Certo che si, a me piace la casa rumorosa, odio il silenzio, odio la solitudine di quei muri.
Ehm... domani arriva il mio nuovo fidanzatino fresco fresco da Roma, ehm ehm... Ospiti anche lui?
E certo due, a me piacciono le storie d'amore,
anche se non sono la mia.
Poi passa l'istruttorino biondo più bello del pianeta.
Ciau Sciropz, pliz pliz pliz, mi presti l'auto così vado a prendere il mio amico del Triveneto e poi devo fare la spesa per i miei coinquilini... e poi te la lavo eh!
E certo tre, a me piace pensare che una cosa regalata vada condivisa, che se non è mai stata tua che fai la padrona a fare??
(il mezzo è un regalo dei miei: "per darla a un extracomunitario clandestino la diamo a te" ah beh...)
Ecco.
Il mio week end mi ha visto a piedi, con un biglietto dell'autobus tra le mani, senza sesso.
Ma con un sacco di persone intorno che a ogni ora mi cercavano, volevano incrociarmi, hanno riso con me, hanno fatto interminabili passeggiate.
Ognuna di loro aveva un pezzo di me, chi la casa, chi l'auto, chi il mio tempo, che mica posso raccontarvi tutto in un post.
Da tutte ho avuto un pezzetto di cuore.
A tutti è rimasta la mia voglia di vivere come se fossimo una grande famiglia, vivere come se anche quando fuori è un giorno fragile, qualcosa di sicuro, un porto in cui tornare c'è per tutti.
Forse anche per me.
Che dalla solitudine non riesco più a uscire. Come una grotta.
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